Oggi risulta sempre più necessario
«acquisire consapevolezza del fair value
delle aziende oggetto di trasferimento».
Aldo Perriello riflette sulla cultura
imprenditoriale partenopea,
accompagnando le imprese campane
nei processi di aggregazione
e individuando i più significativi
processi di valutazione aziendale
Renata Gualtieri
Dossier Campania – anno 2009
Per dare uno slancio all’economia italiana e far crescere la cultura imprenditoriale del nostro Paese è indispensabile monitorare costantemente la propria azienda, conoscere a fondo la sua storia, per non dimenticare la sua l’identità, il contesto produttivo in cui si trova a operare e per promuovere azioni valide in un’ottica di realizzabilità oltre che obiettivi strategici da raggiungere per mantenere un buon posizionamento sul mercato. «Anche se non si intende cedere o acquistare un’azienda e non si è alle prese con altre operazioni straordinarie d’impresa, che rendono obbligatorio e non solo opportuno stimare il valore delle aziende per ragioni di garanzia rispetto ai terzi, è sempre consigliabile - afferma Aldo Perriello, dottore commercialista - misurare periodicamente le performances aziendali e le variazioni di valore». Ai fini della valutazione aziendale risultano «fattori chiave la capitalizzazione, che incide sulla solidità e l’equilibrio finanziario, e il controllo diretto dei mercati finali di sbocco dei prodotti, che importa benefici in termini di redditività e rischi».
Considerando le diverse potenzialità aziendali, le caratteristiche dell’impresa e le dinamiche variabili del settore, si possono utilizzare simultaneamente più metodologie di valutazione. Queste possono essere di carattere reddituale-patrimoniale, reddituale e di mercato, cercando di prendere sempre una metodologia di valutazione come riferimento e confrontando i risultati ottenuti. Per le imprese partenopee che si trovano ad affrontare un’operazione straordinaria è consigliabile, se non necessario, conoscere l’effettivo valore delle aziende che saranno oggetto di trasferimento.
Come spiega Perriello, impegnato al fianco di numerose imprese campane, a oggi «benissimo fanno le realtà che si preparano ad attuare processi di aggregazione aziendale per le economie di scala e le sinergie di efficacia che ne possono scaturire». Un contributo consistente può venire dallo Stato per diffondere la soluzione dell’aggregazione d’impresa come formula anti crisi, facilitando il ricorso a tale rimedio e consentendo sempre la contabilizzazione del plusvalore delle singole aziende partecipanti.
«Il maggior valore contabilizzato - sottolinea Perriello- renderebbe i bilanci delle imprese più veri e
più solidi, con tutti i vantaggi che ne possono conseguire nei rapporti con le banche».